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“La vita ci è stata data per una creatività. Il tempo è come il tessuto su cui occorre disegnare una creazione.”
Luigi Giussani
La MP è, tra le altre cose, il divenire naturale di una attività aziendale individuale nata nel 1984, concentrando in un’unica realtà commerciale, anni di esperienze e conoscenze accumulate, seppur in periodi e momenti storici diversi, nel "mondo" del tessile e dei tessuti. La società è il sunto di esperienze nel settore dei coprisedili per auto (tra i primissimi a Milano a produrle), per il mercato italiano e per quello europeo; nel settore della commercializzazione di prodotti finiti di biancheria per la casa e per la persona, prodotti finiti per le strutture private e/o pubbliche; nel settore della commercializzazione di tessuti per l’arredamento ed il contract; ed inizialmente nel settore dei tessuti per abbigliamento, poi abbandonato. La MP si pone e si propone sul mercato come nucleo, come centro di un progetto commerciale tessile globale, tentando di soddisfare le più vaste esigenze commerciali o anche di sole conoscenze e ricerche di prodotti e novità, aspirate e desiderate dai nostri clienti e da quelli che vorremmo lo diventassero.
Nel 2019 dopo molti anni di progettazione, studio, preparazione, prove tecniche, abbiamo ottenuto, con non pochi sacrifici, il prestigioso risultato della registrazione di un brevetto e del susseguente marchio sia per il mercato italiano che per quello europeo, raggiungendo, con grande orgoglio, un risultato attualmente unico nel settore. Un doppio brevetto italiano ed europeo ottenuto per un tessuto rivoluzionario, innovativo e futurista, quasi una visione. Gli accordi commerciali ci obbligano alla riservatezza, che per principi di correttezza personale e commerciale vogliamo rispettare. Pur essendone e restandone, intimamente, fieri ed orgogliosi.
Il dizionario dà questa definizione del tessuto e dei prodotti tessili: "Che ha attinenza con l’arte del tessere, che concerne la tessitura". La tessitura è uno dei mestieri più antichi ed il tessuto, prodotto dai telai delle tessiture, è uno dei prodotti commerciati anche anticamente. Dice bene il dizionario, il tessere è un'arte. Ed il risultato di quell'arte è una passione. Perchè il tessuto è e deve essere una passione; per essere apprezzaato, per essere capito, per essere spiegato. Avete mai sentito il profumo emanato dal tessuto in un capannone? Avete mai avuto l'occasione di sentire il profumo del tessuto appena sceso dal telaio? Il tessuto è colore, è calore, è piacere sensoriale, è estasi.
FORNIAMO ALL'INGROSSO, I CONSUMATORI FINALI DI TESSUTI PER L'ARREDAMENTO. GRAZIE ALL'ESPERIENZA ACCUMULATA NEGLI ANNI, ALL'ESPLORAZIONE DEL MERCATO, ALLA CONTINUA RICERA DI NOVITA', AGLI AGGIONRAMENTI SULLE TENDENZE DEL SETTORE, AGLI OTTIMI RAPPORTI ORMAI CONSOLIDATI NEGLI ANNI, PERSONALI, PROFESSIONALI CON COLLABORATORI, CHE SIANO CLIENTI O FORNITORI, VENDIAMO, RICERCANDOLI ALL'OCCORRENZA, TESSUTI DI VARIO GENERE PER L'ARREDAMENTO E PER IL CONTRACT. VENDIAMO, PER IL 70% DEL FABBISOGNO, TESSUTI DI PRODUZIONE ITALIANA E PER IL RESTANTE, TELE DI IMPORTAZIONE GREGGIO EPRONTO STAMPA, STAMPOATE E/O TINTE.
Le richieste dei clienti ci hanno consigliato, negli anni, di completare la nostra offerta commerciale inserendo prodotti tessili finiti destinati sia alla persona, (es: accappatoi) che alla casa. Offriamo una vasta scelta di prodotti di biancheria per tutti gli ambienti della casa: cucina (tappeti, tovaglie e tovaglioli, grembiuli e strofinacci...), camera (lenzuola e federe, copriletti, coprimaterassi, copricuscini, trapuntini, piumoni...), bagno (asciugamani, tappeti, teli...).
La pluriennale collaborazione con alcuni enti pubblici ci ha incoraggiati ad ampliare la nostra offerta con una linea di prodotti, anche monouso, destinati alle strutture assistenziali e non, pubbliche o private. Abbiamo quindi inserito tra i nostri articoli destinati alla vendita, prodotti finiti bianchi e rigorosamente ignifughi, etichettati, perché rispettino tutte le norme necessarie, per la zona notte (coprimaterassi, lenzuola e federe, coperte, teli antimacchia ed impermeabili proteggi materasso, tappeti e scendiletto...), per la zona bagno (tappeti, asciugamani, accappatoi...) e per la zona giorno (tappeti, tende, tovaglie antimacchia o plastificate, tovaglioli, anche in tessuto non tessuto).
Le nostre ricerche di mercato sono un servizio essenziale per monitorare la soddisfazione dei clienti, analizzare il loro comportamento di consumo e individuare prodotti necessari o novità da proporre. Cerchiamo tessuti e prodotti finiti, su richiesta specifica e dettagliata, su tutto il territorio nazionale o presso gli importatori. Tentiamo di restare aggiornati sulle tendenze di mercato, sui suoi cambiamenti e sugli sviluppi per ogni settore, così da poter aggiornare, con puntualità, i nostri clienti e collaboratori. La conoscenza del prodotto e di tutto ciò che lo coinvolge riteniamo sia basilare per essere competitivi e propositivi.
L’industria tessile italiana ha occupato una posizione di supremazia in Europa fin dal tardo Medioevo. Tuttavia, nel 15° e nel 16° sec., in Francia e in Inghilterra vennero alla ribalta nuovi poli di produzione tessile e, un secolo più tardi, questi Paesi estesero la loro egemonia sui mercati tessili internazionali, sia nel Nord dell’Europa sia nel bacino del Mediterraneo; di conseguenza, a partire dalla metà del 17° sec. città italiane come Firenze, da lungo tempo specializzate nella produzione tessile, andarono perdendo di importanza. L’industria tessile italiana tra il 1650 e il 1850 fu caratterizzata da una serie di elementi tecnologici e socioeconomici: in primo luogo, la produzione tessile era localizzata nelle piccole città e nelle campagne e riguardava la lavorazione di panni di qualità medio-bassa; in secondo luogo, essa si basava in maniera preminente sull’impiego di manodopera femminile e minorile scarsamente qualificata e a basso costo e, per questa ragione, la meccanizzazione della maggior parte delle fasi di produzione era ancora molto ridotta; in terzo luogo, per poter disporre di energia idraulica e acqua, le protofabbriche e i laboratori dei tintori erano situati vicino ai fiumi. In determinate regioni, tessitori e mercanti avevano la propria sede non lontano gli uni dagli altri. Nel caso della lavorazione della seta, che comprendeva la sua trattura, torcitura e tessitura, le attività nel settore della manifattura tessile con il più alto valore aggiunto erano concentrate a Como, nella parte settentrionale della Lombardia, e gran parte della produzione veniva esportata. All’inizio del 17° sec. molte famiglie contadine erano impegnate nella coltivazione del gelso e nella produzione di bozzoli di seta e si occupavano anche della trattura del filo di seta. La produzione di tessuti in fibra vegetale, in particolare la canapa, era molto diffusa e rappresentava una forma di lavoro a domicilio a carattere stagionale (periodo invernale) per un consumo ristretto principalmente agli ambienti domestici rurali. Nei secoli successivi e prima dell’unificazione del Paese, la maggior parte della produzione di tessuto di canapa avvenne in fabbrica costituendo il settore con il secondo indotto più alto dopo quello della seta. Anche dopo la crisi delle corporazioni tessili medievali presenti nelle città, alcune località della Lombardia, tra le quali Cremona, Monza e Busto Arsizio, continuarono a essere centri di produzione di tessuti in cotone; allo stesso tempo, le aree fuori dal controllo delle corporazioni, come Bologna, Chieri in Piemonte, Pistoia, Prato e Milano, diventarono nuovi centri protoindustriali. In questi due tipi di centri di produzione cotoniera, i commercianti organizzavano il lavoro a domicilio nelle zone rurali, come le pianure montane e le valli della Lombardia, dove la terra era generalmente arida, ma vi era grande abbondanza di risorse idriche. La manifattura del cotone in Italia andò, tuttavia, riducendosi all’inizio del 19° sec. a causa della concorrenza delle industrie europee più avanzate. Come risultato di questo adeguamento industriale, nelle sole province di Milano e Como si concentrava l’80% di tutti i fusi per il cotone esistenti in Italia nel 1860. Come per altri settori, la forza lavoro nella prima metà del 19° sec. era fortemente centralizzata e, verso la fine del secolo, la meccanizzazione del settore raggiunse livelli tali da consentire l’integrazione verticale di molti dei processi produttivi. Nel caso della produzione tessile della lana, Schio, Biella, Valdagno e Prato vennero alla ribalta come centri manifatturieri dopo il 1670. Alla fine del 18° sec., la produzione di panni di lana in Italia era tornata ai livelli precedenti la crisi del 1630. Un centro di manifattura di panni di lana, Schio, utilizzando lana locale a buon mercato, si specializzò nell’imitazione del panno di lana prodotto a Verviers, nell’attuale Belgio, e nel Wiltshire, in Inghilterra, nonché in indumenti di lana cardata di media qualità. Biella, in Piemonte, divenne il principale centro italiano per la produzione di un tipo di panno spesso di lana mista di bassa qualità. In Toscana, la tradizionale produzione laniera fu trasferita a Prato, famosa per i suoi berretti rossi alla levantina, di cui Vincenzo Mazzoni (1740-1820) aveva iniziato la produzione nel 1788. Prato produceva tessuti in misto lino e di pura lana di bassa qualità molto ricercati per la loro economicità. Dopo il 1850, Prato iniziò a produrre tessuti di lana di recupero dagli stracci usati. Nel corso del 19° sec., la città si impose come terzo centro di produzione di tessuti di lana dopo Biella e Schio.